LA FRANCIA PREMIA CHI EVITA L'INGLESE

Il concorso "Le Mot d’Or" propone a studenti delle scuole superiori un questionario suitermini anglosassoni di uso più comune, da ferry-boat a business-school

Il silenzio è d’oro. Ma per i francesi, puristi sino al paradosso, anche la parola lo è. Al punto di creare un concorso rivolto agli studenti delle scuole superiori di commercio e di gestione azieudale. La prova principale di questo premio, la Coppa francofona del francese per gli affari, più noto come "Le Mot d’Or" (la Parola d'Oro), consiste nella sostituzione di tutte le parole inglesi di un testo preparato da alcuni docenti. Ecco un esempio di alcune frasi tratte dal questionario : "Paul si fermò all’autocenter per fare il pieno di gas-oil prima di prendere il car-ferry. La sua società, che lavora molto con l’export, gli ha offerto un incentive tour a Londra. Dovrà assistere.a tre conferenze in una business-school : una sul franchising, una sulle joint venture e la terza sulla computer technology. L’imbarco nel car-ferry fu più lungo del previsto a causa di un container-ship. Cosi Paul decide di andare a fare un giro al duty-free shop...". La prova consiste appunto nella sostituzione di tutte le espressioni e parole straniere presenti nel testo con termini francesi. Tre gli obiettivi del concorso : l’amore per il linguaggio, la passione per un suo uso efficace e la preoccupazione per l’avvenire della propria cultura. Insomma una difesa sfegatata del francese che per secoli è stata la lingua privilegiata della diplomazia e della cultura mondiale, anche se non ha mai realmente dominato in campo economico. All’origine del singolare concorso però non c'è soltanto lo scIovinismo francese o l’orgoglio della purezza linguistica ma un reale disagio cornunicativo avvertito da un giovane professore d’economia e gestione aziendale. AlI’inizio degli anni 70 la gestions aziendale era una disciplina dai contorni ancora poco definiti e termini come merchandising, sponsoring, raider, probing o mailing erano ostici tanto per gli studenti quanto per i professori. Cosi nel 1974 il ministero dell’economia chiese agli specialisti di esprimersi in una lingua chiara. Oggi Jean-Marcel Lauginie, il presidente del comitato che chiede la tutela della lingua (l’Apfa, Action pour promouvoir le français des affaires), si difende dall’accusa di essere un purista, un difensore del buon francese : "Non lottiamo contro il cosiddetto franglais. Si tratta di arrivare a una lingua limpida, da poter utilizzare come vettore di comunicazione certo e senza ambiguità. Con termini comprensibili a tutti, dagli esperti agli uomini media, che sono i trasmettitori ultimi alla gente comune. Il nostro motto è : la gestione è anzitutto poter usare una lingua chiara". Un aiuto fondamentale viene dall’Accademia di Francia. Anche le multinazionali collaborano con i puristi : molto amata dall’associazione è l’Ibm che ha inventato e imposto in Francia il termine "ordinateur" al posto di computer e per l’enorme sforzo compiuto nella francesizzazione di prodotti e programmi.

Inoltre l’associazione pubblica ogni anno un dizionario tascabile dal titolo 700 parole per gli affari, una guida alle nuove espressioni francesi. Ecco acuni esempi : mercatique per marketing, exclusivité per scoop, voyagiste per tour operator.

Alessandro Lozzia

(Italia Oggi, 7 décembre 1992)

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